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Punto critico : Un Progetto scientifico per il Museo del Pane.
 Inviato da Francesco Urru il 8/1/2008 2:00:00 (5979 letture)
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Punto critico : Termovalorizzatori in Sardegna?
Inviato da Francesco Urru il 7/1/2008 2:30:00 (3723 letture)

Alla luce della recente emergenza riifiuti della Campania e della prevista chiusura della discarica di "BAU CRABONI", abbiamo voluto approfondire l'argomento termovalorizzatori per verificare il loro reale impatto ambientale.

Abbiamo così scoperto che:

In presenza di cloro nei rifiuti introdotti, nelle fasi di post-combustione si formano variabili quantità di acido cloridrico(sostanza ad alta corrosività) e di molecole altamente tossiche come i furani e le diossine.

Negli Stati Uniti i termovalorizzatori sono considerati la maggior fonte di emissioni di diossina.

La Convenzione di Stoccolma del maggio 2001, a cui hanno aderito 91 paesi, al fine di giungere alla graduale eliminazione degli inquinanti organici persistenti (POP), un gruppo di composti chimici considerati fra i più tossici e persistenti, tra cui le diossine, auspica il bando totale dell'incenerimento dei rifiuti considerata una delle principali fonti di emissione delle diossine.

In particolare, i limiti imposti dalla CEE sulle emissioni di diossine (0.1 nanogrammi per metro cubo), non sono sinonimo di sicurezza come si vuol far credere, ma solo di minor rischio sanitario; tali valori corrispondono semplicemente alle concentrazioni medie ottenibili applicando le migliori tecniche presenti sul mercato.

Inquinanti come le diossine si concentrano lungo la catena alimentare essendo molto stabili, in particolare nel latte, nelle carni e nei pesci. Le valutazioni del rischio per queste sostanze devono tenere conto della quantità di diossina emessa durante l’arco di vita dell’inceneritore, dell’emivita del composto (oltre 20 anni), dei fattori di concentrazione e del contributo delle altre fonti ad es. le decine di termovalorizzatori che verranno costruiti sul territorio nazionale e le cui emissioni possono essere trasportate a lunga distanza, sommandosi a quelle prodotte dagli oltre 50 termovalorizzatori per rifiuti solidi urbani già presenti sul territorio nazionale.

Altri materiali e prodotti che aumentano la produzione di sostanze pericolose negli inceneritori sono i prodotti elettronici, metalli e prodotti come il PVC. Valutazioni simili occorre fare per i metalli pesanti quali cadmio, mercurio e piombo che vengono trasformati dalle reazioni che avvengono all’interno dell’inceneritore in composti molto tossici. Le previsioni di emissione sono per un inceneritore di ultima generazione di circa 300 kg. all’anno di metalli pesanti.

La varietà dei materiali introdotti nel combustore data la complessità del rifiuto raccolto, e l’impossibilità di escludere che all’incenerimento finiscano solventi clorurati, pesticidi, PVC e consimili, inchiostri, vernici, farmaci e metalli, Clorofluorocarboni degli spray, bifenili policlorinati (PCBs) usati nei trasformatori e negli impregnanti del legno, rende la miscela di combustione molto pericolosa.

Abbiamo preso in esame un impianto di incenerimento similare, e abbiamo scoperto che esso emette giornalmente circa sette milioni di metri cubi di fumi, 50 kg di polveri fini che corrispondono alle emissioni di una vettura diesel dopo aver percorso 600.000 chilometri (come avere in città decine di migliaia di autovetture).

I termovalorizzatori vengono proposti come soluzione “soffice” di smaltimento dei rifiuti, spesso propagandati con opuscoli patinati dove sono raffigurate delle bianche “cattedrali” immerse a meraviglia nell’ambiente rurale o ben inserite in quello urbano. Si citano risultati appaganti sul fronte della gestione e della sicurezza degli impianti, salvo poi ammettere in convegni internazionali che oltre il 90% degli impianti europei ed americani deve essere riprogettato e ricostruito per non superare gli standard di emissione più ristretti previsti dalle nuove normative. Nel frattempo gli impianti esistenti continuano a funzionare indisturbati, spesso con controlli insufficienti e continuano a contaminare pesantemente le catene alimentari con gli effetti che stiamo vedendo sugli apparati endocrini dell’uomo e degli animali. I sostenitori delle politiche di incenerimento continuano a parlare di tecnologia sicura e citano studi condotti e finanziati da industrie che operano pesantemente sul settore.

Si evita di far presente che i processi di incenerimento non sono in grado di distruggere la materia, ma solo di modificare la composizione e la tossicità del rifiuto incenerito. Lavoisier diceva: ”Nulla si crea e nulla si distrugge” (la somma dei pesi ponderali delle sostanze introdotte in un “bruciatore” è uguale all’inizio e alla fine della reazione). Nulla trapela sulle sintesi chimiche che avvengono inevitabilmente all’interno dei termovalorizzatori e sul fatto che in realtà il volume dei rifiuti introdotti aumenta una volta incenerito se consideriamo la miscelazione con l'aria per la combustione. A temperature comprese trai i 400 ed i 1600 °C, le molecole organiche complesse si degradano fino alla loro struttura atomica; nel periodo di abbattimento della temperatura dei fumi di camino e nelle fasi di fuoriuscita alcuni atomi si ricombinano, per formare nuovi e spesso più tossici composti.

I gas di combustione che si formano contengono sostanze chimiche molto pericolose quali i furani (PCDFs) e le diossine (PCDDs), cloroformio, esaclorobenzene (prodotto di degradazione dei PCBs), tetracloroetilene, Policlorobifenili (PCBs), formaldeide e fosgene e metalli come l’arsenico, il berillio, cadmio,cromo (carcinogeni) ed antimonio, bario, piombo, mercurio, tallio, argento (non carcinogeni). L’incenerimento è in grado di modificare lo stato del metallo da elementare alle forme ossidate o sotto forma di complessi organometallici. I metalli possono passare dalla forma solida ad uno stato di fine vapore. Molti degli ossidi che si formano durante l’incenerimento sono più tossici delle forme elementari introdotte in caldaia. La vaporizzazione dei metalli, rendendoli più leggeri, favorisce la loro dispersione aerea e la loro inalazione ed ingestione. Il monitoraggio dei metalli emessi dagli impianti di incenerimento è molto difficile. Molto spesso si eseguono dei campionamenti per brevi periodi.

Il Particolato (PM) viene misurato per regolare i filtri ed eventualmente aumentare o ridurre la permeabilità. Non si tiene conto del fatto che “la polvere” per se stessa è altamente pericolosa in quanto spesso adsorbe composti tossici organici e metalli e rappresenta un vettore di sostanze altamente tossiche. Altri PICs si formano per ricombinazione, ovvero prodotti di reazione. Queste sostanze hanno normalmente alti pesi molecolari: Alcuni esmpi sono il naftalene, fluorantano ed il pirene. Un terzo tipo di PICs è rappresentato da frammenti semplici che si formano in tutte le combustioni di composti organici: Questi frammenti sono a basso peso molecolare, ad esempio il cloroformio, il tetracloruro di carbonio, il tricloroetilene(TCE), tetracloroetilene, benzene, fenolo, toluene e clorobenzene.

I sistemi di abbattimento degli inquinanti, attualmente presenti nei termovalorizzatori di nuova generazione, neutralizzano essenzialmente l’acido cloridrico e fluoridrico e rimuovono il particolato prima che questo lasci il camino di emissione. Gli abbattitori ad umido “lavano” i gas alla base del camino, i filtri elettrostatici catturano il particolato. I sistemi di abbattimento ed i filtri non sono in grado di distruggere il rifiuto incombusto, di prevenire la formazione di nuovi composti tossici durante la combustione e di eliminare le fasi di maneggiamento di materiali tossici raccolti dai filtri. I sistemi di abbattimento delle emissione concentrano le sostanze emesse durante la combustione sotto forma di polveri altamente contaminate e scorie tossiche che ritroviamo in discarica oppure più o meno depurate nei fiumi nel caso dei liquidi di lavaggio negli abbattitori ad umido. Circa il 30% del peso iniziale del rifiuto si ritrova alla fine del ciclo di combustione sotto forma di ceneri altamente contaminate.

L’inceneritore non annulla le discariche, al contrario richiede una discarica di tipo speciale per le ceneri residue, che ammontano in peso a circa il 30% dei rifiuti bruciati (per ogni tonnellata di rifiuti 300 Kg di ceneri tossico-nocive).

Non esistono sistemi di misurazione completa e continua degli inquinanti emessi da i termovalorizzatori; al contrario i test di efficienza degli impianti vengono condotti prelevando campioni sui quali vengono fatte analisi dalle quali ricavare 1) Efficienza di combustione (CE) 2) Efficienza di distruzione e rimozione (DRE) entrambe calcolate più per capire le performance dell’impianto e non per verificare la pericolosità delle emissioni.

I termovalorizzatori non portano alcun beneficio alle popolazioni dei territori che li ospitano, neppure sotto il profilo occupazionale. L’affermazione vale in generale anche per altre attività connesse allo stoccaggio ed al trattamento dei rifiuti industriali. I lavori che questo tipo di impianti offrono sono molto pericolosi.

Per quanto riguarda i costi per la realizzazione dell’impianto non esistono dati attendibili e aggiornati, ma la stima è che un inceneritore da 400 tonnellate/giorno costi da 200 a 300 miliardi; peraltro i costi sono destinati a lievitare in conseguenza di norme e standard di emissione e di sicurezza più severi. Per questo ogni stima è comunque soggetta ad essere corretta verso l’alto.

Quanto viene immesso nell’inceneritore non sparisce, ma ne esce in forma di :
emissioni gassose dal camino ( che vanno nell’aria);
ceneri residue (che devono essere smaltite);
acque di scarico (che devono essere trattate).

Più precisamente, per ogni tonnellata di rifiuti bruciata, un inceneritore produce :

1 tonnellata di fumi immessi in atmosfera;
280/300 Kg di ceneri "solide";
30 Kg di "ceneri volanti";
650 Kg di acqua di scarico;
25 Kg di gesso.

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eventi religiosi : Impegno con Cristo
Inviato da Francesco Urru il 6/1/2008 21:53:03 (2827 letture)

Impegno con Cristo

Capitolo I

di Primo Mazzolari

I

IL NOSTRO IMPEGNO

« Nous sommes des hommes libres, non pas soumis, mais engagés ».

GUÉHENNO

Ci impegnamo noi e non gli altri, unicamen­te noi e non gli altri, né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi crede né chi non crede.

Ci impegnamo senza pretendere che altri s‘impegni con noi o per suo conto, come noi o in altro modo.

Ci impegnamo senza giudicare chi non s‘im­pegna, senza accusare chi non s‘impegna, senza condannare chi non s‘impegna, senza cercare perché non s‘impegna, senza disimpegnarci per­ché altri non s‘impegna.

Sappiamo di non poter nulla su alcuno né vogliamo forzar la mano ad alcuno, devoti come siamo e come intendiamo rimanere al libero movimento di ogni spirito.

Noi non possiamo nulla su questa realtà che è il nostro mondo di fuori, poveri come siamo e come intendiamo rimanere.

Se qualche cosa sentiamo di potere — e lo vogliamo fermamente — è su di noi, soltanto su di noi.

Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci mutiamo, si fa nuovo se qual­cuno si fa nuova creatura, imbarbarisce se sca­teniamo la belva che è in ognuno di noi.

L‘« ordine nuovo»incomincia se qualcuno si sforza di divenire un «uomo nuovo».

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eventi religiosi : Il compagno Cristo
Inviato da Francesco Urru il 6/1/2008 21:40:00 (2330 letture)

Da uno dei siti web dedicati a Don Primo Mazzolari leggo e riporto quanto scritto nel lontano 1945.
E' sorprendente notare quanta attualità c'è ancora nelle sue parole.

"Vangelo del Reduce - Prologo, I., II.

di Don Primo Mazzolari

Prologo

I.

Se volete

L’uomo oggi è e domani non è più. E quando non è più sotto gli occhi, si cancella ben presto anche dalla mente.

L ‘Imitazione

Quando queste pagine verranno stampate, la guer­ra sarà finita.

Una volta si diceva che le guerre finissero con la sconfitta o con la vittoria. Questa guerra, come ogni altra, ha una sola maniera di finire: finisce male e non porta che del male. Il bene che a volte ne viene, non è mai frutto della guerra, ma una lezione che riu­sciamo a cavarci con fatica per ripararne in qualche modo i guai.

Siete tornati.

Tornare fu il vostro desiderio. Il resto non vi ha preso, non vi poteva prendere. Noi non siamo gente di guerra e non potremo mai comprendere le ragioni di quella politica, che vuole la guerra e la rende ne­cessaria.

Siete tornati. Non tutti. Ecco il caso in cui il Van­gelo non ci proibisce di voltarci indietro.

Chi torna ha una memoria, un cuore, una volontà, un impegno, ove tutti i suoi Morti sono presenti.

Voi non siete più soli: voi non potete dimenticare.

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Politica Regionale : Prestito d'onore: ecco il sito per capirlo meglio
Inviato da Francesco Urru il 18/12/2007 20:13:10 (2348 letture)

Dal sito www.impare.it
leggo e riporto quanto segue:
"Il progetto Impare di Iniziative Sardegna pone, come obiettivo generale, l’ aumento della nuova imprenditoria nei territori provinciali, nei nuovi bacini di impiego e nei temi della progettazione integrata perseguendo tre obiettivi specifici:

* 1) Aumentare la propensione all’imprenditorialità nei nuovi bacini d’impiego;
* 2) Aumentare la propensione all’imprenditorialità femminile;
* 3) Adeguare la programmazione territoriale delle politiche del lavoro collaborando con le Province ed i Centri servizi per il lavoro.

In termini di indicatori misurabili il progetto conta di sensibilizzare e mobilitare alla partecipazione al bando del Prestito d’onore della Sardegna circa 3.000 soggetti potenziali nelle otto province. Di aumentare il numero delle ditte individuali operanti nei nuovi bacini d’impiego e nei temi della progettazione integrata di almeno 640 unità di cui il 50% condotte da donne (almeno 320) e le altre dagli altri soggetti interessati.

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