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Eventi culturali : 
Inviato da Francesco Urru il 16/4/2008 16:24:10 (2738 letture) News dello stesso autore



Il Comune di Gonnoscodina, la Biblioteca Comunale e l'Assessorato Servizi Sociali e cultura Organizzano:

“PRO IS MORIS DE IS COGAS”

L’iniziativa è legata alla festa nazionale della piccola grande Italia organizzata da LEGAMBIENTE sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica.
Le streghe stanno per tornare a Gonnoscodina. La Pro loco, in collaborazione con la biblioteca, l’amministrazione comunale e legambiente, sta organizzando, per il secondo anno consecutivo, il 10/11 maggio 2008, il percorso “pro is moris de is cogas”.
Una passeggiata in mezzo al verde alquanto suggestiva, che si dipanerà lungo il sentiero che sicuramente la strega Maria Zara di Gonnoscodina percorse.
Il bisogno di lasciare l’automobile per riprendere l’uso delle gambe, si concretizzerà nella ricerca di ambienti naturali, mettendo alla prova il proprio spirito di osservazione, alla scoperta delle erbe officinali care a Maria Zara.
Strega vagante di notte per compiere i suoi malefici, fu indicata, durante il processo per stregoneria, come Herbaria, che metteva in evidenza lo stretto rapporto della donna pratica di erbe e l’attività di hechiçera (strega), cioè lo stretto connubio che c’era tra la medicina popolare e la magia intessuta di antiche pratiche pagane.
A quanti vorranno percorrere l’itinerario della strega, dove saranno aiutati a riconoscere le erbe officinali da valenti esperti, conoscitori delle tradizioni popolari, raccomandiamo, prima di intraprendere l’escursione, di portarsi potenti amuleti e una corona d’aglio per scacciare le streghe che potrebbero incontrare.
Programma

SABATO 10 MAGGIO 2008 ORE 17.00
presso l’ex scuola elementare
Convegno su:
“Magia e stregoneria in Sardegna. Maria Zara la strega di Gonnoscodina, guaritrice e conoscitrice delle erbe nell’uso della medicina tradizionale”
SALUTO DEL SINDACO
INTRODUZIONE DI PALMIRO PILLONI
Interventi:
PROF. SALVATORE LOI – Scrittore, storico e ricercatore
(Inquisizione, magia e stregoneria in Sardegna)
PROF. ELSA GUGGINO – Docente di antropologia culturale facoltà di lettere. Palermo.
(Fate, sibille e altre strane donne)
PROF. NANDO COSSU - Ricercatore
(Medicina popolare in Sardegna)
PROF. GIULIO ANGIONI - Antropologo scrittore
(Le fiamme di Toledo)

DOMENICA 11 MAGGIO ORE 9.00
Passeggiata ecologica 2008
“Pro is moris de is cogas”
“Passeggiata in mezzo al verde alla scoperta delle erbe officinali lungo il sentiero della strega”
Partenza dalla piazza della chiesa di S. Sebastiano.
A fine passeggiata presso i locali comunali in località S’anatzu ci sarà un pranzo sociale. Chi volesse intrattenersi per il pranzo è necessario che prenoti al n°078392149 oppure e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Chi era Maria Zara?
Sicuramente non era una strega. Forse una levatrice o una guaritrice. Era per certo una donna di posizione sociale elevata , almeno rispetto alle classi più povere. Lo si deduce dal fatto che fu fatta uscire di prigione dietro pagamento di una somma in denaro e fu il padre, recatosi a Sassari a versare una congrua somma nelle casse del tribunale del Santo Officio.
Certamente Maria Zara, era una profonda conoscitrice della farmacologia arcaica. Sapeva raccogliere e usare le erbe giuste nei periodi più idonei, in modo da non vanificare le potenzialità insite di certi vegetali. Tali ipotesi si possono dedurre dai documenti del processo. Infatti, vi si dichiara che sapesse curare le malattie degli animali, curare le donne gravide e che avesse conoscenza delle piante magiche ( belladonna , stramonio), tanto da procurare paralisi del corpo. Purtroppo, le guaritrici o herbarie di allora, con l’accentuarsi della fobia delle streghe, vennero riconosciute come tali e finirono, così, per essere vittime delle loro stesse pratiche fitoterapeutiche e dei sistemi magico erboristici attuati per combattere le malattie o i rimedi superstiziosi.
Con l’avvento della controriforma ( sec. XVI), proprio nel periodo di Maria Zara, ci fu l’intensificazione della caccia alle streghe (Concilio di Trento 1545-1563) che finì per coinvolgere, oltre a quanti dichiarati eretici, soprattutto le guaritrici popolari e le levatrici non ufficiali. Il fine, non era tanto colpire quelle figure, quanto sradicare il connubio tra medicina popolare e magia, intessute di antiche pratiche pagane. Può essere di esempio la pratica di togliere il malocchio. Nel periodo di Maria Zara tale pratica, che consisteva nel mettere in una scodella piena d’acqua, grano, sale e una moneta, veniva demonizzata dall’inquisizione. Sul finire del 1700 e fino alla scomparsa dei tribunali ecclesiastici, bastò, sostituire la moneta con una medaglia di un qualsiasi santo per essere tollerata.

Note Storiche
Prima della repressione attuata con la lotta alla stregoneria, la donna conoscitrice delle virtutes herbarum poteva contare su un certo riconoscimento sociale, occupando un ruolo preciso, che, se pur non definito nitidamente nella struttura sociale, era punto di riferimento per la collettività.
La bolla papale del 1235 “Ad estirpando” di Innocenzo IV diede avvio alla persecuzione dell’eresia e della stregoneria istituendo i tribunali speciali dell’inquisizione.
Nell’alto Medio Evo, i testi giuridici propongono il termine strega come demone femminile e pagano, dedita a truculenti rituali notturni, ai rapimenti dei bambini per succhiarne il sangue.
Queste creature sono spesso accomunate alle guaritrici popolari. Questo fenomeno pone in chiaro l’atteggiamento della cultura dominante nei confronti delle pratiche folkloristiche, ma soprattutto di quelle attività magico-terapeutiche che ebbero un forte ruolo pratico all’interno della cultura popolare dell’epoca.
Le streghe appartenevano per lo più alle classi popolari, ed erano di solito vedove, prostitute, levatrici, herbarie o guaritrici.
La stragrande maggioranza delle streghe, erano persone innocenti, spesso appunto guaritrici che attingendo dal sapere tradizionale, usavano decotti ed infusi a base di piante, i quali risultavano non meno efficaci e sicuri, di medicine e medici dell’epoca. D’altra parte, le popolazioni, nelle zone rurali, non avevano altra possibilità che ricorrere ai rimedi delle guaritrici, meno costosi di quelli dei medici, ove vi fossero.

FESTA NAZIONALE DELLA PICCOLA GRANDE ITALIA
Sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, Legambiente da tempo si occupa della difesa e della valorizzazione dei piccoli comuni nella convinzione che anche a tutti coloro che abitano in questi luoghi debbano essere garantiti diritti e opportunità.
Anche quest’anno sarà l’occasione per promuovere e far conoscere tesori e bellezze poco note e per apprezzare paesaggi e natura, saperi e sapori e l’autentica ospitalità di questi luoghi e di queste comunità. Una festa rivolta innanzitutto a chi vive e tiene vivi questi territori, a coloro che li amano, per condividere un progetto in grado di coniugare al meglio tutela e sviluppo locale

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