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Politica nazionale : 27 Luglio 2006 Ok della Camera all'indulto.
Inviato da Francesco Urru il 30/7/2006 16:49:32 (2325 letture) News dello stesso autore

Dal sito Nazionale dei Democratici di Sinistra leggiamo e riportiamo:
Ok della Camera all'indulto.
I Ds: "Atto di civiltà. Ora si lavori a innovazione profonda del sistema della giustizia"
La Camera ha approvato la proposta di legge per l'indulto. Dopo un dibattito sofferto l’approvazione è avvenuta con una maggioranza di due terzi, prevista dalla Costituzione.
La maggioranza richiesta per l'approvazione era di 420. I voti a favore sono stati 460 e 94 i contrari. In 18 si sono astenuti. Contro il provvedimento, che ora passa al Senato per la seconda e definitiva lettura, hanno votato Italia dei Valori (ad eccezione di Federica Rossi Gasparrini), Lega Nord, An (Gianni Alemanno si è astenuto).

La proposta di legge consiste di un unico articolo che in sostanza «sconta» fino a tre anni le pene detentive e fino a 10 mila euro quelle pecuniarie per i reati commessi entro la mezzanotte del 2 maggio scorso. Niente sconto invece per le pene accessorie, anche se temporanee: l'aula ha infatti modificato, approvando l'emendamento Mantini, il testo uscito dalla commissione che manteneva solo le pene accessorie perpetue, cancellando invece per intero quelle a tempo.

Sempre in via generale, uno dei commi dell'articolo prevede che lo sconto venga cancellato se il beneficiario, nei cinque anni successivi all'indulto, commette un reato che gli costi una condanna ad almeno due anni di galera, mentre non vengono esclusi dai benefici, come in via generale prevede la Costituzione per i provvedimenti di amnistia (articolo 151, comma 5), «i recidivi, nè i delinquenti abituali, o professionali o per tendenza».

Non godranno dello sconto di tre anni invece gli autori di quei reati che il relatore Enrico Buemi (Rnp) ha definito «particolarmente odiosi»: niente sconto insomma per terroristi italiani o internazionali, mafiosi, sovversivi in genere, stragisti, membri di banda armata, nuovi schiavisti, usurai, sfruttatori della prostituzione, pedofili, stupratori, rapitori, razzisti e commercianti all'ingrosso e al dettaglio di stupefacenti (esclusione che vale anche se si e' stati condannati per reati connessi a terrorismo, mafia, eccetera).

Il responsabile delle politiche istituzionali della segreteria nazionale Ds Marco Filippeschi ricorda che «l’indulto era un impegno del programma dell’Unione. Un atto di civiltà, di fronte all’incapacità dimostrata dalla politica di affrontare l’emergenza cronica della situazione carceraria. Tutti sapevano che per realizzarlo – prosegue Filippeschi – sarebbe stato necessario un accordo almeno con una parte dell’opposizione, e le critiche e le proposte per migliorare il provvedimento hanno dato risultati importanti. Lo stesso non si può dire per le falsificazioni e le strumentalizzazioni che purtroppo si sono sentite. L’indulto è un provvedimento di clemenza che prevede uno sconto di pena – sottolinea Filippeschi – non cancella i reati. Non consente il reinserimento nella vita pubblica di coloro che sono stati condannati per reati finanziari e corruzione, e dunque non intacca nella sostanza il bisogno di rigore che per primi sosteniamo. Il sovraffollamento delle carceri è solo l’ultimo stadio di una situazione insostenibile del sistema giustizia – aggiunge l’esponente dei Ds – dopo il confronto sull’indulto e quello su una maggiore apertura delle professioni, tra le quali quella così importante di avvocato, serve ora un salto di qualità. Oltre a recuperare lo stravolgimento dell’ordinamento giudiziario lasciatoci in eredità dalla destra – conclude - e preparare la correzione delle leggi responsabili, tra le altre cose, anche del degrado insostenibile delle carceri, si devono perseguire gli obiettivi d’innovazione profonda scritti con chiarezza nel programma di governo. E’ questa la sfida da vincere, nell’interesse dei cittadini, e ora va resa più visibile, sostenibile e concreta».

E in questa direzione il senatore Massimo Brutti, responsabile Giustizia dei Ds, si è già messo al lavoro. «Occorre al più presto cancellare le leggi ad personam sulla giustizia, varate dal centrodestra negli anni di governo di Berlusconi».

«Adesso - aggiunge Brutti - dobbiamo dare avvio ad una serie di riforme in grado di restituire efficienza all'amministrazione della giustizia nel suo complesso. Per prima cosa vogliamo azzerare alcune pessime leggi volute dal centrodestra per tutelare interessi particolari».

«E' un impegno – ricorda l’esponente della Quercia - che ci siamo assunti in campagna elettorale e che ora va mantenuto. Per questo - spiega il senatore Ds - ho depositato in Senato due disegni di legge: il primo cancella con un semplice tratto di penna la legge Cirami sul legittimo sospetto tornando alle norme precedenti che andavano bene e non avrebbero dovuto essere modificate». Tra i firmatari dei due testi anche la presidente dell'Ulivo al Senato, Anna Finocchiaro.

«Con il secondo - prosegue Brutti - vogliamo cancellare la cosiddetta ex-Cirielli e ridisciplinare la materia della prescrizione. Al posto di quel pasticcio normativo voluto dalla destra per tutelare alcuni interessi particolari introdurremo una disciplina sulla prescrizione radicalmente nuova. Proponiamo di sostituire la prescrizione del reato con la prescrizione del procedimento, ovvero di calcolare i termini della prescrizione in ogni singola fase del processo eliminando dal conto il tempo perso a causa di espedienti dilatori».

E «per quello che riguarda i recidivi – conclude infine Brutti - cancelleremo le norme inutilmente ingiuste che naturalmente non penalizzano i colletti bianchi ma solo quelli che non hanno soldi per pagarsi gli avvocati più abili».

«Sono assolute sciocchezze quelle pronunciate su un patto scellerato fra Ulivo e Forza Italia: tutto è avvenuto alla luce del sole ed è stato necessario per raggiungere il quorum dei due terzi richiesto dalla Costituzione». Dario Franceschini, capogruppo dell'Ulivo alla Camera, risponde così alle critiche interne all'Unione che paventano un “inciucio con Forza Italia”.

«Abbiamo affrontato il provvedimento - ha detto Franceschini - sapendo che è difficile da spiegare all' opinione pubblica. Ma c’è il grave problema delle condizioni inumane delle carceri e seppur è vero che bisogna scontare la pena in carcere, è altrettanto vero che lo Stato deve assicurare in esse delle condizioni umane. Siamo convinti di quello che abbiamo fatto - ha concluso - è una scelta difficile da spiegare, ma necessaria».

Subito dopo l’approvazione della proposta di legge, i deputati Ds Maran, Di Salvo, Giulietti, Buffo e Lovelli hanno presentato un interrogazione urgente al ministro della Giustizia, per chiedere al governo una verifica presso l'autorità giudiziaria sullo stato dei procedimenti che hanno per oggetto la responsabilità in materia di sicurezza del lavoro; un monitoraggio sull'osservanza delle leggi in materia per verificarne efficacia e congruità; l'istituzione di un fondo per la tutela delle vittime dei reati. «L'indulto – fanno sapere i deputati della Quercia - non può essere in alcun modo l'occasione per una deresponsabilizzazione sui reati sulla sicurezza del lavoro».

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