Sa Domu de Nannai
Giugno 29, 2008 Progetti Comments Off
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE
DI VILLAURBANA
SCUOLA PRIMARIA DI VILLAURBANA:
PROGETTO EXTRACURRICOLO “CULTURA SARDA”
Sa Domu de Nannai
La società e l’economia sarda sono da sempre basate su due attività produttive principali: l’agricoltura e la pastorizia che regolamentavano la vita domestica e sociale di ogni paese.
Questo progetto intitolato “ Cultura Sarda” intende condurre gli alunni che frequentano la classe quarta e la classe quinta della Scuola Primaria di Villaurbana al centro del dibattito sulla nostra storia e sulla salvaguardia del nostro territorio. valori troppo spesso ignorati e sottovalutati.
Attraverso un’indagine conoscitiva diretta “ESPLORANDO IL PAESE” si sono osservate le diverse tipologie abitative presenti in Villaurbana, le case dei contadini (affittuari, mezzadri o proprietari di piccoli appezzamenti di terreno ma che possedevano un giogo di buoi) risultano molto semplici e piccole, sono presenti sia i locali adibiti ad abitazione che a laboratorio domestico.
La cucina aveva un uso molteplice, in alcune di esse veniva fatta girare sa moba mossa da un asinello e nello stesso ambiente c’era anche il forno. Le stanze da letto spesso non erano sufficienti per tutta la famiglia, molti dei componenti dormivano sulle stuoie (sa stoia).
Gli animali da lavoro ( i boisi) in autunno e in inverno, periodo di molto lavoro nei campi, pernottavano in su stabi, costruito davanti alla casa. Questo modo di costruire la casa risultava molto utile sia per la praticità di poter accudire il bestiame, sia per la tranquillità del padrone di casa che aveva sempre paura dei ladri di bestiame.
Le case erano costruite in mattoni crudi (ladri). per lo più su un solo piano e quando esisteva il primo piano era molto basso, i due piani erano divisi da travi in legno (bigasa) in cui venivano fissate delle tavole che formavano su intabau. Il tetto (sa crabattura o crabettura) veniva costruito sempre su travi in legno (bigasa) in cui venivano fissati i listellusu (travicelli o correnti) e sui quali veniva costruita sa cannizzada (la cannicciata). su di essa venivano posate le tegole e quindi fissate col fango.
Le case dei proprietari terrieri (possedevano molti ettari di terreno e bestiame) invece erano soprattutto grandi anche nella parte abitata dalla famiglia. Grandi erano specialmente le cucine. di solito doppie o anche triple rispetto alle case degli affittuari e mezzadri, perché dovevano contenere anche la servitù (is srebidorisi; zaraccusu e zaraccasa). E grandi erano anche i laboratori domestici per il consumo: sa domu de sa moba, sa domu de su pa(n)i. sa domu de su forru con la sua cupola esterna intonacata con fango e paglia, su magasiu, quasi tutte le case dei proprietari terrieri erano costruite su due piani, il primo piano veniva adibito anche a dispensa o per conservare i cereali (grano. fave, ceci…).
Come è ovvio sono le case dei proprietari terrieri che per prime nel tempo mostrano innovazioni di provenienza “esterna”, fino a perdere il quadrilatero del grande cortile padronale per proiettarsi verso l’esterno a fil di strada, a perdere su stabi e ad assumere l’aspetto del palazzotto comodo e anche civettuolo in forme estranee alla tradizioni locali, come il ferro battuto ai balconi o il bugnato in facciata. Salvo però il portale (su potabi), che resta monumentale, ma (in certi casi) non è più accesso principale alla casa del padrone, bensì alla casa degli annessi.
Dopo aver analizzato e documentato le case “antiche” del nostro paese con riprese con la videocamera e scattato tante fotografie, siamo passati alla costruzione diretta dei mattoni crudi.
OCCORRENTE: TERRA ARGILLOSA COMPATTA, PAGLIA, ACQUA, GLI STAMPI (IS MOLLUSU).
PROCEDIMENTO ……ABBIAMO:
· SMINUZZATO LA PAGLIA;
· IMPASTATO LA TERRA CON L’AGGIUNTA Dl ACQUA FINO AD OTTENERE UN IMPASTO OMOGENEO E SEMILIQUIDO;
· AGGIUNTO LA PAGLIA (CHE FUNGE DA LEGANTE) E AMALGAMATO CON I PIEDI L’IMPASTO FINO A QUANDO LA PAGLIA E IL FANGO SI SONO PIENAMENTE INTEGRATI E L’IMPASTO E’ DIVENTATO COMPATTO;
· BAGNATO BENE SU MOLLU (LO STAMPO);
· PRESO L’IMPASTO E DISTRIBUITO UNIFORMEMENTE DENTRO LO STAMPO (SU MOLLU);
· BAGNATO BENE LE MANI PER RENDERE LISCIA LA SUPERFICIE DE SU LADRI;
· TOLTO SU MOLLU;
· LASCIATO ASCIUGARE SU LADRI PER PIU’ GIORNI, AVENDO CURA DI GIRARLO SPESSO IN MODO DA ESSICCARSI UNIFORMEMENTE;
ABBIAMO COSTRUITO PIU’ DI 700 LADRISI, DUE DEI NOSTRI GENITORI HANNO PREDISPOSTO UN PROGETTO PER COSTRUIRE UNA CASA CON SU LADRI, SEMPRE CON L’AIUTO DEI NOSTRI GENITORI E DEI NOSTRI NONNI ABBIAMO RICOSTRUITO “LA CASA CAMPIDANESE”.
RINGRAZIAMO PER LA FATTIVA COLLABORAZIONE I SIGNORI:
GIANNI PIREDDU, ROBERTO ATZENI, TERENZIO MURRONI, ANGELO ORRU’, GiANNI LAI, EUGENIO MURONI, CIRO CAMEDDA E L’INS. GIANFRANCO PAULESU CHE CON IL LORO IMPEGNO CI HANNO
PERMESSO DI REALIZZARE “LA CASA CAMPIDANESE”
Attraverso questa indagine siamo stati guidati ad una lettura più attenta del patrimonio storico culturale che Villaurbana ancora conserva. Abbiamo appreso che nel passato venivano utilizzate tecniche di costruzione che. potevano soddisfare le esigenze di quel periodo basate sopratutto sul lavoro nei campi e alla capacità sia degli uomini che delle donne di soddisfare i bisogni della famiglia grazie alla loro creatività e al loro ingegno.
Ringraziamo tutte le persone che gentilmente hanno collaborato con l’insegnante per farci scoprire tanti .segreti legati alla vita contadina di molti anni fa. Ci auguriamo che anche in un prossimo futuro ci sia data la possibilità di conoscere altri aspetti legati alle tradizioni del nostro paese per poterle apprezzare, salvaguardare e tramandare.
Un caloroso saluto a tutti.
Gli alunni delle classi quarta e quinta della Scuola Primaria di Villaurbana.