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LE ORIGINI DEL
PAESE
Difficile
poter stabilire la data di nascita del paese di
Villaurbana, in quanto non esistono documenti che
si possano far risalire alle sue origini.
Tuttavia, congetture varie ci fanno pensare ad
una data lontanissima nel tempo. Scheletri umani
ritrovati ai piedi dei nuraghi di Melas, di
Turriu e di Bidella testimoniano la presenza dei
Nuragici nei punti più elevati di queste
campagne.
Col passare degli anni, quando le insidie dei
pirati lungo le coste sarde si facevano meno
pericolose, è probabile che i discendenti dei
Nuragici, che dovevano essere essenzialmente dei
pastori, si siano sparsi un po' ovunque fissando
le loro dimore anche in zone non più molto
elevate come avevano fatto i loro predecessori.
Anche questa congettura è suffragata dalla
presenza dei nuraghi di Cuccuru Perdosu,di
Santuanni, di Peddizzi, di canale Scolu e di
Perdu Porcu.
Ma, oltre che ai piedi di questi ultimi nuraghi,
resti umani e utensili vari di terracotta
sono stati ritrovati anche nelle zone campestri
di Murera, di Mundia e ai piedi de sa Mitza de i
Mobentias.
Segno dunque che quelle popolazioni, a seconda
delle zone scelte, fissavano poi le loro dimore
dando luogo così a diversi agglomerati.In
seguito, per motivi diversi e soprattutto per
ragioni economiche, avranno sentito la necessità
di unirsi insieme nella conca in cui oggi sorge
il paese, forse perchè più riparata dai venti
freddi dell'inverno;forse perchè ritenuta una
zona più adeguata per l'agricoltura e la
pastorizia.
In questa zona il pascolo doveva essere
certamente più abbondante che nelle zone
montuose, soprattutto per la vicinanza del corso
d'acqua che oggi lungo il suo percorso prende il
nome delle diverse zone che attraversa: rio
Crannaxiu,rio de su Perdiaxiu, rio Bau su Ponti,
rio Pirastera, rio Argiolas, rio Bau s' Arradebi
e rio Terriasibi.
E' da supporre che questo rio a quei tempi fosse
abbastanza ricco di acqua in tutti i periodi
dell'anno per la presenza della folta vegetazione
che poteva determinare abbondanti piogge. Non
sappiamo che nome avesse allora quel primitivo
villaggio di pastori e di contadini. Ne si sa
quando e perchè questo paese abbia assunto il
nome di Villaurbana.
I documenti curiali risalgono a periodi in cui il
Cristianesimo si era ormai affermato da secoli.
Restando però nel campo delle congetture, lo
stesso nome di Villaurbana ci fa supporre che
questo paese (allora forse un piccolo
agglomerato) esistesse già al tempo della
dominazione romana in Sardegna.
Se si pensa che fino a qualche decennio fa il
nome di questo paese si scriveva separando il
sostantivo Villa dall'attributo Urbana, ci viene
da pensare che a dare il nome a questo paese
siano stati proprio i Romani . In un primo tempo,
forse, l'avranno chiamato Villa Urbis, cioè
villa della città.
Di quale città non lo sappiamo, ma è facile
supporre che si trattasse di Usellus o di Forum
Traiani (Fordongianus) collegate dalla "via
romana". Ed è probabile che passando
appunto per questa via, le cui tracce sono
visibili ancora oggi a breve distanza dal paese,
i soldati romani bivaccassero in questo villaggio
durante le loro marce da Forum Traiani a Usellus,
sia per ragioni di riposo, sia forse per la
facilità, rispetto alle altre zone impervie e
montuose, con cui si poteva cacciare la
selvaggina.
Questa a quei tempi doveva essere certamente
abbondantissima, se si pensa che fino a qualche
decennio fa pernici e conigli popolavano le
campagne adiacenti all' abitato. I conigli
scavavano le loro tane perfino lungo le siepi
degli orti delle case periferiche. Tale
congettura ci porta a pensare, dunque, che quei
romani battezzassero questo villaggio col nome di
Villa Urbis; e in questo caso dovremmo supporre
che "l'urbis" cui essi si riferivano
fosse proprio Usellus per la sua vicinanza.
Col tempo il genitivo "urbis" avrà poi
certamente lasciato il posto all' attributo
"urbana". I contatti continui di quei
romani con gli abitanti di questo villaggio ci
hanno forse tramandato certi nomi di schietta
origine latina, poi trasformatisi via via col
tempo come: pani da panis, cani da canis, oru da
aurum, fromiga da formica, cuaddu da equus e poi
caballus, fogu da ignis e poi focus, sa ìa da
via, porcu da porcus, domu da domus, sorri da
soror, fradi da frater, ecc.
Tutto questo accadeva naturalmente molto prima
che venisse costruita la chiesa a Villaurbana, e
cioè prima che con l'editto di Costantino del
313 d.C. i cristiani potessero liberamente
praticare i loro culto religioso.
La tesi con la quale si è cercato di avvalorare
l'origine latina del nome del paese di
Villaurbana, ci porta a credere che molte parole
ancora in uso in questo, come in altri paesi
sardi, risalgano all'influenza della parlata dei
Romani durante la loro dominazione in Sardegna,
durata per lunghi quattro secoli.
Sappiamo che tale influenza linguistica si ebbe
anche presso altri popoli europei che subirono
tale dominazione, e che dopo la caduta
dell'Impero Romano d'Occidente, quando venne a
mancare la presenza diretta dei legionari romani,
la parlata latina di quei popoli andò via via
trasformandosi.
Si ebbe così la nascita dei dialetti e delle
lingue neo-latine. In modo analogo doveva
accadere in Sardegna e a Villaurbana, dove molte
parole rivelano la loro etimologia prettamente
latina.
Se si esaminano i pronomi personali in uso, le
particelle pronominali e molte altre parole
dialettali; appare chiaro che la loro origine o
la loro assimilazione per contatto risale al
periodo della dominazione romana, naturalmente
con le modificazioni avvenute poi successivamente
attraverso i secoli.
Così, il pronome personale ego potrà essersi
trasformato col tempo in deu e eu, come nella
frase ddu creu eu ...; tu in tui;ille e ipse in
issu; nos in nosu ; vos in bosu e in bos'atrus,
derivato forse quest'ultimo da vos alteri,
alterae, altera; illi in issus.
Parole di origine latina sono certamente: domu da
domus, casu da caseum, frori da flos floris,
frumi da flumen, pedra da petra, tebia da tegula,
luxi da lux, argentu da argentum, fradi da
frater, sorri da soror, lupu da lupus, pastori da
pastor-pastoris, sonnu da somnium, sobi da
sol-solis, sabi da sal-salis, fogu da focus, figu
da ficus, prua da prunus, nebodi da
nepos-nepotis, pira da pira o pirus, latti da
lac-lactis, ecc.
E aggettivi come: mannu da magnus, longu da
longus, attu da altus, intelligenti da
intelligens-intelligentis, scuru da obscurus,
craru da clarus, ecc. olte parole ancora in uso
nel dialetto villaurbanese sono state certamente
introdotte e quindi assimilate durante la
dominazione spagnola in Sardegna.
Vediamone alcune:
gasto (spesa): a Villaurbana ancora oggi c'è chi
dice gastu, ingastau(speso);
gozo (piacere) che pronunciato dagli spagnoli
spingendo leggermente la lingua fra i denti,
suona goso: in dialetto villaurbanese gosu;
gustu (gusto): in dialetto villaurbanese: gustu,
guerra (pronuncia spagnola gherra): l'uno e
l'altro termine sono ancora in uso a Villaurbana;
vino (pronuncia spagnola bino): a Villaurbana biu
da binu;
teniais (avevate); continueis (continuiate);
fuego (fuoco): a Villaurbana fogu,
domingo (domenica): a Villaurbana domiga,.
senora (segnora): a Villaurbana sinniora o
signora,
cabra (capra): a Villaurbana craba,
nosotros: a Villaurbana nosatrus,
vosotros: a Villaurbana bosatrus, ecc,
Non è altrettanto facile però risalire alla
etimologia di certe parole in uso a Villaurbana
fino alla fine del secolo scorso, come: concu,
dieta, aba, ecc,
Erano dei titoli di rispetto che precedevano
rispettivamente il nome proprio di un uomo o di
una donna di una certa età quando altri di
età inferiore si rivolgevano ad essi, Lo
stesso titolo si rivolgevano reciprocamente le
persone anziane: concu Pissenti, concu Franciscu,
concu Ballicu; dieta Peppina, dieta Annica, dieta
Antonica, ecc, Racconta un ottuagenario che a
quei tempi c'era una specie di risentimento da
parte dell'anziano che si sentiva chiamare da un
minore senza prima avergli dato del concu,
"Mio padre raccontò l'ottantenne Peppino
Orrù mi mandò a casa di un uomo per una
commissione, Quando fui sulla porta, chiamai: Ziu
Ballicu !, Egli si affacciò accigliato, ascoltò
la commissione ma non mi degnò di una sola
parola, Sdegnato per l'affronto ricevuto, ebbe
poi a lamentarsene con mio padre: Tuo figlio mi
ha mancato di rispetto: anzichè darmi del
"concu", mi ha chiamato ziu, Dovetti
abituarmi a dargli del "concu", anche
se allora quel titolo cominciava ad essere
sostituito da ziu, Eravamo nel 1908", Cosi,
anche dieta ai primi del nostro secolo dovette
lasciare il posto a zia, Oggi, tra i giovani,
c'è già chi, al posto di ziu e zia, usa già
signor e signora, In disuso sta andando altresì
il fostei che i figli usavano in segno di
rispetto verso i loro genitori. Questi ormai si
sentono chiamare con l'amichevole tui. Anche il
titolo riverenziale verso il prete si è andato
via via adeguando ai tempi moderni: prima,
bambini e ragazzi lo chiamavano "nonnu
vicariu"; gli adulti semplicemente "su
vicariu"; oggi, piccoli e grandi usano il
titolo "don" seguito dal nome: don
Michele, don Giuseppe; ecc.
Antonio Salis
da
"Villaurbana Attraverso i Tempi"
Edizioni
Italiane di Letteratura e Scienze Roma

( Il
portale di Villaurbana )
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