La storia di Santa Margherita La nostra venerata Santa Patrona visse in un periodo detto "L'era dei martiri". Nacque in Antiochia di Pisidia, in data non precisabile, ma certamente dopo l'anno 100, da un gentiluomo di nome Edesio. Diventata orfana di madre, sin da bambina fu affidata ad una buona donna, che ebbe cura di allevarla ed educarla nella vita cristiana. Il padre, al contrario, fu un capo sacerdote pagano e grande nemico dei cristiani. All'età dei 15 anni Margherita, laboriosa e ubbidiente, andava in campagna, con le altre fanciulle, a pascolare le pecore della sua nutrice. Avvenne che, passando un giorno per quelle campagne, il prefetto Oliario vide quella bella fanciulla e se ne invaghì. Rientrato a casa comandò ai suoi ministri che andassero a prenderla e a portargliela. L'ordine fu eseguito, ma gli uomini, avendo capito che Margherita era una cristiana, prima che gli fosse presentata gli dissero: "Signore, non è possibile che tu possa avere per moglie questa timida fanciulla, in quanto crede e adora Cristo, crocifisso dai Giudei". Ciò nonostante Olibrio se la fece condurre innanzi e le disse: "Come ti chiami?Chi è tuo padre?Sei libera o schiava?".La Santa rispose: "La mia generazione in questa città è abbastanza nota, per questo mondo e per gli uomini il mio nome è Margherita;sono libera e Cristiana".Adirato per la ferma risposta della fanciulla Olibrio ordinò che la ragazza fosse rinchiusa in carcere. Alcuni giorni dopo il nefando prefetto ordinò che Margherita fosse condotta davanti al Tribunale, ove innanzi alla folla le chiese: "O vana fanciulla, consenti di stare con me e adorare i miei dei?".Ma la fanciulla con molto coraggio rispose: "Io non vado con nessuno perché conosco e adoro soltanto Gesù Cristo".
Sentito ciò lo spietato prefetto ordinò di buttarla di nuovo in carcere e torturarla senza pietà. Dopo tante prove e tanto martirio, che invano le fecero per farle rinnegare il suo Dio, Olibrio sentenziò che fosse giustiziata mozzandole il capo. Portata fuori dalla città e trascinata sul posto del supplizio, Margherita si rivolse al carnefice di nome Malco e agli altri che le stavano attorno con queste parole: "Padri, madri, fratelli e sorelle, grandi e piccoli, io vi ammonisco in nome di Dio, vivo e vero che voi tutti crediate in Lui e nel suo Vangelo". Detto questo si rivolse a Malco dicendo: "Fratello, prendi pure la spada e percuoti il mio collo". Ciò avvenne il 20 Luglio dell'anno 175. Così ebbe fine la tanto tribolata quanto gloriosa esistenza di Santa Margherita. Ai tempi delle crociate il culto della Santa fu maggiormente sentito nella chiesa d'Occidente. Le Sue reliquie sono custodite a Monte Fiascone a Viterbo. La Festa La festa di Santa Margherita, secolare patrona del paese, ricorre 2 volte all'anno;il 5 Marzo ed il 20 Luglio. In quest'ultima data, si svolgono dei particolari festeggiamenti religiosi e civili. Fra le funzioni religiose non va dimenticata la tradizionale processione dei fedeli che portano, attraverso le vie del paese il simulacro della Santa patrona. Al rientro in Parrocchia si celebra "Sa missa Manna", ossia la massa cantata. Come festa civile la sera non mancano mai balli "Campidanesi" e altri spettacoli nella pubblica piazza. In passato, dopo la messa, la gioventù aveva l'usanza di fare "Su Ballixeddo", un breve ballo tondo sul piazzale della chiesa. Nel pomeriggio si assisteva ad altri intrattenimenti, come la corsa dei cavalli e degli asinelli, la corsa con i sacchi e l'albero della cuccagna. Alla sera un po' tardi, dopo la cena, si scendeva in piazza per "Sa Gara", ovvero per la gara poetica in dialetto. I festeggiamenti si concludevano dopo la mezzanotte con un curioso spettacolo pirotecnico detto "S' Arroda":si trattava di un rudimentale congegno che girando a mò di ruota lanciava in aria i razzi.