Villaurbana possiede un territorio che dà la possibilità di praticare diversi tipi di coltura e di allevare bestiame in quantità, infatti, l'economia principale dei villaurbanesi è stata fin dai tempi antichi quella dell'agricoltura e della pastorizia. Le colture principali sono sempre state quelle cerealicole ma c'è anche una notevole presenza di vigne e oliveti. La pastorizia riguarda soprattutto ovini e solo pochi bovini. Villaurbana è famosa per la caccia alle grive.
Uccellagione
L'uccellagione per le grive (soprattutto interessa i tordi) veniva praticata intensamente nella zona di Villaurbana, dove passa una delle tante linee migratorie. Il clima e l'ambiente favoriscono la migrazione dei tordi, determinando la durata della loro permanenza e della stagione venatoria (da ottobre a marzo). L'uccellagione viene definita un'attività tradizionale "che si è sempre conosciuta". Gli uccellatori erano soltanto gli uomini (e in alcuni casi i bambini) ed erano soprattutto i più poveri che non esercitavano alcuna professione. Molti di essi praticavano l'uccellagione con la rete. Questa si tendeva sempre nel monte alto, dove ci sono le ghiande e dove la vegetazione è costituita dalla macchia mediterranea. Per tendere la rete Disegnava creare un varco nella vegetazione. Con la roncola si eliminavano dal varco i rami secchi e ai lati si costruivano 2 pareti con rami freschi, in modo che l'uccellatore non potesse essere visto dagli uccelli. Da un lato del varco si sistemava un ramo biforcuto, al lato opposto un bastone lungo e forte. Alla base bisognava costruire una piccola siepe. Poi si tendeva la rete: con l'aiuto di un bastone veniva portata in alto, veniva legata e fatta scendere a terra; qui si legava al tronco di un albero e così la rete restava tesa per i due lembi superiori, mentre quelli inferiori scendevano a terra. Di questi uno veniva legato con un nodo a una pertica lunga. Dopo di questo l'uccellatore si appostava e quando gli uccelli sbattevano sulla rete doveva catturarli dentro di essa.