Dal governo Prodi finalmente qualcosa di sinistra. E speriamo sia solo l'inizio!

Data 7/7/2006 14:00:00 | Categoria: Politica nazionale

Dal sito www.criticamente.it leggiamo e riportiamo:

Dal governo Prodi finalmente qualcosa di sinistra. E speriamo sia solo l'inizio!

Il governo ha approvato lo scorso 30 giugno un decreto competitività per "rimuovere i più evidenti ostacoli alla concorrenza" in alcuni settori, come ha spiegato il ministro allo sviluppo Pierluigi Bersani. Finalmente, dopo anni di governi distanti dai bisogni reali della gente, stanno per essere varate misure che sembrano andare nella direzione giusta. Per il presidente del consiglio, Romano Prodi, si tratta di "una rivoluzione per i consumatori" [editoriale di Nicola Furini].
In precedenza, lo scorso 9 giugno, era stato varato il “pacchetto Bersani” sulla liberalizzazione del mercato dell'energia. ll riassetto del sistema energetico promette -fra gli altri- maggiore tutela dei consumatori, una svolta sul risparmio energetico e maggiori investimenti nelle fonti rinnovabili. L'obiettivo finale è di alleggerire i costi energetici e quindi le bollette per famiglie e imprese. Prevista anche una stretta fiscale per i SUV (i gipponi da città divoratori di benzina) e per le auto di grossa cilindrata. Insomma, sembrerebbe finalmente "qualcosa di sinistra" da un governo di sinistra!!! Chissà che ne pensa Nanni Moretti...?
Le misure adottate, usando le parole di Bersani, serviranno "per far muovere l'economia, riqualificare le attività economiche, ridurre i prezzi e far posto ai giovani". Eccone una sintesi:

introdotta l'azione collettiva a tutela dei consumatori e degli utenti in conformità con la normativa comunitaria (c.d. class action);

possibilità di vendita dei farmaci da banco (quelli per i quali non serve la ricetta del medico) negli esercizi commerciali;

abolizione dei tariffari degli ordini professionali (i liberi professionisti potranno far conoscere agli utenti i servizi offerti anche attraverso la pubblicità);

nuove norme per i conti correnti bancari (non si potranno modificare unilateralmente le condizioni di contratto, ma bisognerà comunicarle per iscritto almeno 30 giorni prima);

il passaggio di proprietà per auto e moto si potrà fare in Comune (non sarà più necessario il notaio);

poteri ai comuni per assegnare le licenze dei taxi (l'obiettivo è di evitare il commercio delle licenze);

indennizzo diretto nell'Rc auto (l'automobilista che subisce un danno si potrà rivolgere direttamente alla propria assicurazione rendendo così possibile il controllo e la trasparenza dei costi);

rafforzati i poteri dell'Antitrust;

i Comuni potranno prevedere linee aggiuntive di trasporto pubblico di passeggeri anche dai soggetti privati;

cancellati i divieti per le vendite promozionali scontate, fatta eccezione per i saldi o le vendite sottocosto. E sarà più facile aprire un negozio con la riduzione dei requisiti professionali (ad eccezione di bar e ristoranti);

liberalizzazione della produzione del pane (per aprire un panificio basterà presentare una dichiarazione al Comune).

Ma tutto questo dev'essere solo l'inizio. Finalmente è stato messo in discussione lo strapotere nelle mani di alcune lobby. Ma non sono le più potenti (di certo non lo è quella dei tassisti). Per questo si potrebbe obiettare che si tratta in fin dei conti di una mossa tesa ad accaparrare nuovi consensi (e di conseguenza voti), essendo state toccate delle sacche elettorali di pertinenza del centro-destra. Quindi, adesso, avanti per favore! Vogliamo vedere una seria e decisa lotta all'evasione fiscale, la fine dei condoni fiscali e dei premi ai “furbetti” del quartierino, una coraggiosa riforma del settore delle telecomunicazioni (e la RAI deve rimanere pubblica), politiche di inclusione sociale tese a favorire l'integrazione degli immigrati. Va bene liberalizzare alcuni settori per toglierli dalle mani di monopoli (o oligopoli) privati, ma va rimessa in discussione la “necessità” di privatizzare alcuni settori delicati e cruciali come sanità, istruzione, trasporti, acqua (tante esperienze vissute e raccontate provocano tanta nostalgia della gestione pubblica)... Vogliamo che finalmente si comincino a fare i conti con la questione ambientale (le città italiane sono le più inquinate d'Europa!): incentiviamo veramente la ricerca nel settore delle fonti rinnovabili e le relative applicazioni; favoriamo chi tenta faticosamente di muoversi in maniera sostenibile (mezzi pubblici, auto elettriche o ibride, GPL e metano, biciclette, car sharing o car pooling., etc.); valutiamo con coraggio la possibilità di introdurre tasse di ingresso alle città (sperimentati con successo in grandi città come Londra e Stoccolma). Poi la questione ideologica-filosofica della crescita: bisogna iniziare a mettere i piedi per terra e prendere coscienza che la torta non può crescere all'infinito; cominciamo a parlare di qualità della vita piuttosto... Infine la Tav (treno ad alta velocità): caro Prodi, pensaci su bene e ascolta quello che i valsusini hanno da dire. Abbiamo proprio bisogno dei soldi promessi dalla UE e dei posti di lavoro promessi dall'apertura dei cantieri? Che prezzo ha tutto ciò?

Il compito che attende l'attuale governo Prodi è tutt'altro che facile, anche alla luce della poco gradevole eredità lasciata dal precedente governo di centro-destra [1]. Ma lo stile e l'impronta adottati in questi primi 100 giorni lasciano ben sperare. E di speranza abbiamo certamente bisogno, ma soprattutto di scelte politiche nuove e coraggiose.
Nicola Furini

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Nota: [1] L'eredità lasciata agli italiani dal governo di centro-destra (Berlusconi, 2001-2006):

disastro nei conti pubblici (il deficit sul PIL è passato da 3.1% nel 2001 al 4,4 nel 2006; l'avanzo primario del bilancio è passato da 4.5 a zero; la spesa pubblica corrente è aumentata nel quinquennio di circa 3 punti di Pil; il debito pubblico negli ultimi due esercizi è aumentato di oltre 2 punti);

mancato snellimento della giustizia (i processi civili e penali si sono ulteriormente appesantiti);

mancate liberalizzazioni dei mercati;

fallimento della politica dell'immigrazione;

completo fallimento della riforma fiscale a pioggia attraverso la riduzione priva di risultati delle aliquote Irpef.

Nicola Furini e un Giornalista pubblicista, si occupa di comunicazione sociale, nuove tecnologie applicate al mondo dell’informazione, economia solidale e nuovi stili di vita. Fondatore di un'associazione che promuove la pratica del consumo critico (cfr. www.graces.it), fondatore e direttore responsabile della rivista telematica “Criticamente” (cfr. www.criticamente.it). Ha curato lo sviluppo di webzine di informazione indipendente (cfr. www.grillonews.it e wwww.altreconomia.it), collabora con le riviste mensili "Volontari per lo sviluppo" e “Altreconomia”.



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