Arrivano i cercatori di petrolio

Data 20/2/2010 22:07:28 | Categoria: 

Da "la Nuova Sardegna" del 18 febbraio 2010 pagina 01 sezione: ORISTANO leggo e vi riporto quanto segue:

ORISTANO. Potranno arrivare, entrare in terreni privati, effettuare sondaggi e andare via. E, se i proprietari dei terreni si opporranno, potranno rivolgersi all’autorità giudiziaria «per la necessaria assistenza».
continua
I tecnici della società petrolifera Saras potranno agire in un’area vastissima della provincia di Oristano: 4.430 ettari compresi in un quadrilatero racchiuso a nord tra San Vero e Tramatza, a est tra Solarussa e Marrubiu, a sud tra San Nicolò Arcidano e Arbus. La Saras ha ottenuto dalla direzione del servizio Attività estrattive dell’assessorato regionale all’Industria, l’autorizzazione a attuare il cosiddetto Progetto Eleonora. Un permesso che consentirà alla società di effettuare attività di «ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nei Comuni di Oristano, Cabras, Riola Sardo, Nurachi, Baratili San Pietro, Zeddiani, Tramatza, Solarussa, Siamaggiore, Arborea, Palmas Arborea, Santa Giusta, Marrubiu, Terralba, San Nicolò Arcidano, Uras, Mogoro e, in provincia del Medio Campidano, Guspini». La richiesta della Saras risale all’aprile del 2007 ed è stata pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione nel luglio dello stesso anno «senza reclami e opposizioni». Non solo: l’istanza della Saras è stata pubblicata anche all’albo pretorio dei Comuni interessati e «non ha dato luogo a opposizioni». Anzi, i Comuni di Tramatza, Terralba e Siamaggiore hanno espresso parere positivo. Secondo la Regione il territorio non corre alcun pericolo ambientale dall’attività di ricerca della Saras. L’assessorato all’Ambiente e l’ispettorato ripartimentale di Oristano hanno attestato che «nonostante nell’area che delimita il permesso minerario siano presenti diversi vincoli idrogeologici e forestali, poichè i lavori previsti non modificano lo stato dei luoghi, non è necessario rilasciare alcuna autorizzazione». Stesso discorso da parte dell’assessorato all’Urbanistica: «Nell’area sono presenti diversi vincoli paesaggistici, ma i lavori non sono soggetti a autorizzazione paesaggistica». Inoltre la Soprintendenza archeologica ha dichiarato che non esistono vincoli di competenza. Via libera alle ricerche, quindi, anche in forza di un non meglio spoecificato parere secondo il quale «l’intervento non è da assoggettare alla procedura di screening né conseguentemente a quella di Valutazione di impatto ambientale, in quanto non modifica lo stato dei luoghi». Il sigillo definitivo all’operazione l’ha dato il funzionario del servizio Attività estrattive della Regione: un “sì” al rilascio del permesso minerario alla Saras srl. La società avrà due anni di tempo, a partire dal 18 dicembre dello scorso anno (data di pubblicazione della determinazione) per effettuare i lavori. Corrisponderà alla Regione un diritto annuo di quasi 18 mila euro e sarà obbligata al ripristino ambientale. La società dovrà notificare la determinazione della Regione ai proprietari dei terreni interessati alla ricerca e sarà obbligata a risarcire eventuali danni provocati dai lavori. L’autorizzazione alle ricerche sulla terra ferma segue di poco analoghe concessioni rilasciate dal ministero per trivellazioni a mare, al largo delle coste oristanesi. Sono stati autorizzati già due progetti, uno dei quali ancora della Saras. Prosegue quindi l’assalto al territorio e al mare dell’oristanese, tra eolico e idrocarburi.
- Roberto Petretto



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