Data 22/7/2009 8:48:42 | Categoria: Innovazioni tecnologiche

Dal sito dell'Unione Sarda online leggo e vi riporto quanto segue:
Dal rubinetto di casa sgorgherà acqua minerale
Domenica 19 luglio 2009
I l trattamento dell'acqua e la sua distribuzione ai cittadini attraverso fonti pubbliche diventa un brevetto d'uso che da oggi è a disposizione delle amministrazioni comunali: la promessa è quella di un risparmio sui costi per lo smaltimento delle bottiglie di plastica, con la possibilità di erogare un servizio in più agli abitanti. Che potranno, in sostanza, attingere acqua minerale naturale e gassata, refrigerata, ricavata dalla rete idrica urbana, tagliando i costi per l'acquisto delle scorte. Il sistema è stato messo a punto dalla Acque Italia Srl, società sarda specializzata nel trattamento delle acque domestiche: si chiama “Abba de bidda” e nei giorni scorsi è stato illustrato agli amministratori pubblici durante un incontro al quale ha partecipato, tra gli altri, anche il direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas.

IL PROGETTO Come ha spiegato il presidente della società, Daniele Filippino, lo scopo del progetto è restituire ai cittadini il diritto di usufruire gratuitamente della risorsa idrica, ma anche garantire un risparmio alle amministrazioni. «Abbiamo stimato che un Comune di 10 mila abitanti che adotta questo sistema può risparmiare a partire da 50 mila euro in un anno sullo smaltimento delle bottiglie di plastica. Con tre anni di risparmio, l'amministrazione avrà ripagato i costi per la realizzazione dell'impianto». Non solo. «Il compimento integrale del progetto è in grado di dare occupazione a 100 persone. Il sistema è già stato adottato dal Comune di Villaurbana e da quello di Putifigari, ma abbiamo anche collaborato con diverse municipalizzate del nord Italia», ha ricordato Filippino.
COME FUNZIONA Il sistema è formato da un impianto di trattamento a micro filtrazione o a osmosi sistemato all'interno di un box (di due metri per uno e mezzo) che trasforma la risorsa idrica in acqua minerale (anche gassata) e da un punto di distribuzione sistemato sotto una tettoia. Uno schema che può essere adattato ai diversi tipi di ambiente urbano. L'impianto può anche essere collegato a una sorgente naturale. In caso contrario, l'amministrazione di un Comune con tremila abitanti, che prelevano mediamente 2.500 litri al giorno, dovrà sostenere il costo di 1.500 euro all'anno. «Attraverso le amministrazioni intendiamo portare avanti anche una campagna di educazione nelle scuole sull'importanza di tutelare la risorsa idrica, promuovendo l'uso dell'acqua pubblica, ritenuta buona, sicura e controllata». Con questo sistema, ogni famiglia risparmierebbe circa 300 euro all'anno.
NICOLA PERROTTI




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