Il teorema di O'Connor: dal Blog di Tito Faraci

Data 17/6/2008 22:54:35 | Categoria: 

Dal Blog di Tito Faraci leggo e vi riporto un post interessante sullo scrivere semplice:

Tutti coloro che scrivono sanno soprattutto una cosa: più è facile da leggere, più difficile è stato scriverlo
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Joseph O'Connor


Posso darvi un consiglio, basato sull'esperienza: se arrivati in fondo a una storia (un fumetto, un romanzo, un film... non ha importanza), non avete capito qualcosa, smettetela di pensare che siate voi ad avere un problema. È molto più probabile che ad averlo sia la storia e, qualche volta, anche chi l'ha scritta.

La gente, certa gente, sembra credere che semplice sia sinonimo di semplicistico o, peggio, di idiota.
Per me, invece, la semplicità di norma ha a che vedere con la chiarezza, con la purezza. E in un racconto semplicità ed efficacia vanno di pari passo.
Intendiamoci, non è sempre così. Esistono fior di eccezioni. Ma, nella maggior parte dei casi, la regola è valida...

Esiste un pubblico che ama le storie dannatamente complesse (da leggere). Complessità, per questo pubblico, significa qualità. Se alla fine non si capisce un'acca, siamo dalle parti della perfezione.
Covo un sospetto. Secondo me, costoro non hanno afferrato quel semplice concetto così ben espresso da Joseph O'Connor (per inciso, autore che amo molto e di cui prima o poi riparlerò).
Cadono nel vecchio, trito equivoco. Me li figuro a borbottare rancorosi, agitando un pugno verso il cielo: "Perdiana, se era così semplice da leggere, sarà stato semplice da scrivere! Avrei potuto scriverlo anch'io! Che ci vuole?"
Prego, accomodatevi.

Detto questo, poi c'è la vera magia: raccontare in modo molto semplice cose molto difficili. Quando ci si riesce, è consentito sentirsi fieri e felici.



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