
Data 14/1/2008 17:39:28 | Categoria: Punto critico
|  �Imbrocchiamola!� � l�invito a reagire, come consumatori critici, a chi sta tentando di obbligarci a bere sempre acqua in bottiglia, riportando invece sulle tavole le vecchie brocche riempite di acqua del rubinetto. In Italia siamo i primatisti mondiali nel consumo di acque minerali. Le grandi marche dell�imbottigliamento ringraziano, e condizionano le nostre vite. Ci infliggono mal di schiena e stimmate alle mani conseguenti al trasporto in casa delle pesantissime confezioni da sei bottiglie da un litro e mezzo.
Ci inquinano l�aria con le diossine prodotte dall�incenerimento delle bottigliette in pet e con i gasoli dei trasporti su strada. Strapagano veline, calciatori e ora anche passerotti parlanti da fare invidia a San Francesco, per convincerci a consumare addirittura l�acqua �a zero calorie�, e il bello � che ci riescono, visto che ogni italiano consuma oggi in media 188 litri di minerale in bottiglia, tre volte pi� di vent�anni fa. Come se non bastasse, ci hanno anche scippato la brocca d�acqua dal �coperto� quando mangiamo al ristorante. E provate a chiedere a un bar un bicchiere d�acqua: vi guarderanno come se foste un malato contagioso. La campagna �Imbrocchiamola!� nasce per reagire a questa situazione insopportabile. Se l�acqua �del rigattiere�, controllata e imbottigliata mesi or sono, dal prezzo circa duemila volte superiore a quella del rubinetto, ha sfondato, allora vuol dire che la mano invisibile del mercato di Adam Smith � diventata pi� lesta della mano di Arsenio Lupin: urge passare al contrattacco. La campagna � stata ideata dall�associazione ConsumAttori di Firenze, che promuove il consumo critico e la cittadinanza attiva. �Imbrocchiamola!� intende svelare, dal basso, i paradossi legati al consumo smodato di acque minerali, e cos� i ConsumAttori e Controradio -nell�ambito della trasmissione �Questione di stili�, un programma su stili di vita e consumo critico arrivato quest�anno alla terza edizione- hanno lanciato una campagna per una guida ai ristoranti di Firenze e dintorni che evidenzi �chi la d�� e �chi non la d��, intendendo naturalmente i ristoranti, le pizzerie, le trattorie che sono disposti -o meno- a servire la brocca d�acqua del rubinetto. � un esercizio di scrittura collettiva, un�inchiesta, una campagna di pressione, da compiersi con una buona dose di ironia. Per portare avanti la campagna non c�� bisogno di alzare i toni: si chiede gentilmente la brocca, si registra la risposta, e, casomai, si accetta con un sorriso �quel che passa il convento�. Il ristoratore che non la d�, finir� tra �i cattivi�. Con possibilit� di redimersi al prossimo turno. Per agevolare la �redenzione� e per diffondere la campagna si suggerisce di lasciare sul tavolo il volantino che si pu� scaricare dal sito di Ae (www.altreconomia.it) che spiega, in perfetto stile nonviolento, le ragioni della richiesta e il senso della campagna. Non sar� facile contrastare una manipolazione culturale che raggiunge livelli paradossali. Quando al ristorante si chiede la brocca, le risposte sono le pi� fantasiose: �Non c��. �Non � buona�. �Non � potabile�. �� vietata�. �Non abbiamo le brocche. Non ce la chiede nessuno�. �Non ve la consiglio�. �Non ci possiamo prendere la responsabilit��. E ancora: �Se � per il prezzo, ve la regalo�. E via cos�, in un crescendo di affermazioni surreali; in realt� non solo il regolamento igienico sanitario (L.283/62 e Reg. Comunitario 852/2004) ma anche la logica pi� elementare ci dicono che un esercizio pubblico che fosse davvero privo di acqua potabile meriterebbe la revoca della licenza: non si vorr� mica insinuare che c�� chi lava l�insalata con acqua minerale? Insistere per esercitare il diritto alla brocca non � da intendersi come un capriccio, n� come un modo per risparmiare denaro. Al contrario, vuole diventare un atto politico, una prima �goccia� che potrebbe produrre una serie di cerchi concentrici, sempre pi� ampi. Per esempio: le amministrazioni comunali (dalle quali dipendono le licenze per bar e ristoranti) potrebbero prevedere l�obbligo per gli esercenti di mettere a disposizione acqua in brocca sui tavoli, come servizio per la comunit�. Accade all�estero, pu� accadere anche in Italia. In ogni caso, la campagna �Imbrocchiamola!� � una strada tra le molte sulla quale sar� utile avviarci per non trovaci, un giorno, a dover acquistare anche l�aria che respiriamo.
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